Siamo decisamente sulla West Coast: temperature basse e nebbia agli irti colli ci danno il benvenuto la mattina.
Usciamo incappucciati, chi più chi meno, e andiamo a fare colazione presso uno dei pochi locali aperti alla mattina. Sorridiamo alla vista delle coperte messe a disposizione dei clienti e dalle scagazzate tremende degli uccelli che tempestano un tavolino di fianco al nostro.
Lasciato il resort senza brutte sorprese sul conto della camera ci dirigiamo a nord verso la ghost town Rhyolite, un’altra città nata vicino ad un’ennesima miniera. Questa a differenza di Oatman è veramente una città fantasma, a parte un paio di turisti non c’è in giro nessuno.
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Abbiamo fatto le ore piccole al casinò ma non ci svegliamo troppo tardi, anche perché bisogna lasciare la camera, però prima di andar via dalla Sin City decidiamo di concederci ancora un piccolo lusso già che era nel prezzo: bagno nella piscina-jacuzzi del hotel.
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Dopo una notte passata in auto vicino a quello che la mattina si è rilevato un bel lago (Bass Lake) abbiamo deciso di partire subito per entrare ed attraversare il parco nazionale di Yosemite.
All’entrata siamo stati accolti da una bella ranger che ci ha venduto la carta annuale per i parchi nazionali (80$) che useremo per tutto il viaggio. Ci siamo quindi diretti a vedere le sequoie… Wow! E pensare che ce ne sono di più alte e grosse.
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No…non con “ti da una mano” . Ci starebbe meglio un “te lo mette nell’…” (3 lettere)!
Perché? Leggete e lo scoprirete!
La mattina vaghiamo per 3 ore circa nella mini Los Angeles alla ricerca di una sim card della famossissima compagnia telefonica AT&T (niente a che vedere con l’A-Team).
Trovata la sim card, riusciamo anche a toccare un iPhone 4 per circa 3/4 secondi cadauno 😀
Tornati in macchina, cominciamo a sciropparci le 300 miglia che ci separano dallo Yosemite National Park, nostra prossima meta.